dialisi

Prevenzione dell'infezione da Coronavirus in pazienti nefropatici

La pericolosità dell'infezione da Coronavirus che si sta diffondendo anche nel nostro Paese è rappresentata dal fatto che si tratta di un virus sinora confinato al mondo animale, che ha improvvisamente acquistato la capacità di infettare l'uomo.
La conseguenza di questo fenomeno è che nessuno è dotato di anticorpi in grado di combattere il virus e pertanto tutti siamo suscettibili di contrarre l'infezione. Tra l'altro, trattandosi di un virus che sinora non aveva dato infezioni nell'uomo, non esiste un vaccino in grado di combatterlo.
L'80-90% delle persone infettate sviluppa sintomi modesti, simili a quelli della comune influenza, ma gli altri possono andare incontro a una polmonite che può portare rapidamente a insufficienza respiratoria, richiedendo il ricovero in un reparto di Rianimazione, e può essere mortale nel 3% circa dei casi.
Sono particolarmente vulnerabili i soggetti anziani, con più di 60 anni, specie se già sofferenti di altre malattie (ad esempio diabete, malattie polmonari e patologie cardiache), in particolare se sottoposti a dialisi, e soggetti immunodepressi. In questa categoria rientrano i pazienti portatori di trapianto renale e coloro che assumono farmaci immunodepressori per il trattamento di glomerulonefriti.
Rimane fondamentale per tutti ma, in particolare per le persone a maggior rischio, cercare di prevenire il contagio, seguendo le raccomandazioni del Ministero della Salute. Ai pazienti in dialisi, portatori di trapianto e affetti da nefropatie si raccomanda di evitare al massimo i contatti con altre persone, evitando i locali affollati (bar, ristoranti, palestre, locali da ballo, eventi sportivi ecc.) e i contatti fisici (compresa la stretta di mano) con altre persone, anche se apparentemente in buona salute e non provenienti dalle zone più colpite.

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