Fattori di rischio di complicanze polmonari fatali nell'infezione da COVID-19
Recenti pubblicazioni (Lancet; BMJ) segnalano fra i possibili fattori responsabili delle complicanze polmonari fatali nei pazienti infetti da COVID-19 la terapia con ACE-inibitori o farmaci bloccanti il recettore dell'angiotensina II (ARBs), utilizzato dal virus per entrare nelle cellule alveolari. L'aumento dell'espressione di ACEII indotto da questi farmaci sarebbe responsabile della maggiore lesività del virus. Un analogo effetto è segnalato da Tiazolidinedioni (antidiabetici orali) e anti-infiammatori non-steroidei (FANS).
In attesa di ulteriori conferme, sarebbe consigliabile evitare questi farmaci nei soggetti a rischio e, nel caso di segni suggestivi di una possibile infezione, utilizzare solo il paracetamolo, evitando l'assunzione di anti-infiammatori, compresa l'aspirina.
In attesa di ulteriori conferme, sarebbe consigliabile evitare questi farmaci nei soggetti a rischio e, nel caso di segni suggestivi di una possibile infezione, utilizzare solo il paracetamolo, evitando l'assunzione di anti-infiammatori, compresa l'aspirina.
Prevenzione dell'infezione da Coronavirus in pazienti nefropatici
04/03/20 20:23 Filed in: Nefrologia
La pericolosità dell'infezione da Coronavirus che si sta diffondendo anche nel nostro Paese è rappresentata dal fatto che si tratta di un virus sinora confinato al mondo animale, che ha improvvisamente acquistato la capacità di infettare l'uomo.
La conseguenza di questo fenomeno è che nessuno è dotato di anticorpi in grado di combattere il virus e pertanto tutti siamo suscettibili di contrarre l'infezione. Tra l'altro, trattandosi di un virus che sinora non aveva dato infezioni nell'uomo, non esiste un vaccino in grado di combatterlo.
L'80-90% delle persone infettate sviluppa sintomi modesti, simili a quelli della comune influenza, ma gli altri possono andare incontro a una polmonite che può portare rapidamente a insufficienza respiratoria, richiedendo il ricovero in un reparto di Rianimazione, e può essere mortale nel 3% circa dei casi.
Sono particolarmente vulnerabili i soggetti anziani, con più di 60 anni, specie se già sofferenti di altre malattie (ad esempio diabete, malattie polmonari e patologie cardiache), in particolare se sottoposti a dialisi, e soggetti immunodepressi. In questa categoria rientrano i pazienti portatori di trapianto renale e coloro che assumono farmaci immunodepressori per il trattamento di glomerulonefriti.
Rimane fondamentale per tutti ma, in particolare per le persone a maggior rischio, cercare di prevenire il contagio, seguendo le raccomandazioni del Ministero della Salute. Ai pazienti in dialisi, portatori di trapianto e affetti da nefropatie si raccomanda di evitare al massimo i contatti con altre persone, evitando i locali affollati (bar, ristoranti, palestre, locali da ballo, eventi sportivi ecc.) e i contatti fisici (compresa la stretta di mano) con altre persone, anche se apparentemente in buona salute e non provenienti dalle zone più colpite.
La conseguenza di questo fenomeno è che nessuno è dotato di anticorpi in grado di combattere il virus e pertanto tutti siamo suscettibili di contrarre l'infezione. Tra l'altro, trattandosi di un virus che sinora non aveva dato infezioni nell'uomo, non esiste un vaccino in grado di combatterlo.
L'80-90% delle persone infettate sviluppa sintomi modesti, simili a quelli della comune influenza, ma gli altri possono andare incontro a una polmonite che può portare rapidamente a insufficienza respiratoria, richiedendo il ricovero in un reparto di Rianimazione, e può essere mortale nel 3% circa dei casi.
Sono particolarmente vulnerabili i soggetti anziani, con più di 60 anni, specie se già sofferenti di altre malattie (ad esempio diabete, malattie polmonari e patologie cardiache), in particolare se sottoposti a dialisi, e soggetti immunodepressi. In questa categoria rientrano i pazienti portatori di trapianto renale e coloro che assumono farmaci immunodepressori per il trattamento di glomerulonefriti.
Rimane fondamentale per tutti ma, in particolare per le persone a maggior rischio, cercare di prevenire il contagio, seguendo le raccomandazioni del Ministero della Salute. Ai pazienti in dialisi, portatori di trapianto e affetti da nefropatie si raccomanda di evitare al massimo i contatti con altre persone, evitando i locali affollati (bar, ristoranti, palestre, locali da ballo, eventi sportivi ecc.) e i contatti fisici (compresa la stretta di mano) con altre persone, anche se apparentemente in buona salute e non provenienti dalle zone più colpite.
Nei pazienti con nefropatia diabetica la Canaglifozina ha un effetto protettivo su cuore e rene
21/12/19 19:09 Filed in: Nefrologia
La Canaglifozina è uno dei farmaci antidiabetici orali entrati recentemente nella pratica clinica, utilizzata da sola o in combinazione con altri farmaci. Appartiene alla categoria dei farmaci glicosurici che agiscono sul tubulo renale riducendo il riassorbimento di glucosio attraverso l'interazione con un cotrasportatore (propriamente: Sodium-Glucose-Transporter2, brevemente: SGLT2), guidato dal gradiente del sodio. Il risultato è una maggiore eliminazione con le urine di glucosio e di sodio che aiuta a controllare il diabete e la pressione arteriosa e favorisce la perdita di peso corporeo. Precedenti studi avevano già dimostrato che questi farmaci riducono gli eventi cardiaci e la progressione verso l'insufficienza renale nei pazienti con diabete scarsamente controllato. Un recente studio pubblicato online su Circulation ha confermato gli effetti positivi in soggetti con nefropatia diabetica conclamata anche in presenza di un buon controllo glicemico.
L'infezione da virus HIV non è più una controindicazione al trapianto
03/12/19 19:00 Filed in: Trapianto
Per molto tempo si è ritenuto che i pazienti affetti da infezione da HIV non potessero ricevere un trapianto, per il rischio che la terapia immunodepressiva aggravasse l'infezione, nè tantomeno essere donatori d'organo.
I progressi della terapia anti-retrovirale hanno cambiato radicalmente il quadro ed è oramai dimostrato che queste persone possono ricevere con successo un trapianto. In Italia uno specifico programma avviato nel 2002 da Centro Nazionale Trapianti ha incluso 485 pazienti, dei quali 34 hanno ricevuto un trapianto nell'anno in corso.
Più recenti i progressi nel campo della donazione. Nel 2017 è stato avviato a Varese un programma sperimentale per la donazione di organi da soggetti donatori con infezione da HIV a riceventi positivi per il virus, esteso successivamente a tutta Italia con decreto del Ministero della Salute del marzo 2018, sulla base dei buoni risultati osservati.
Vai al comunicato del Centro Nazionale Trapianti
I progressi della terapia anti-retrovirale hanno cambiato radicalmente il quadro ed è oramai dimostrato che queste persone possono ricevere con successo un trapianto. In Italia uno specifico programma avviato nel 2002 da Centro Nazionale Trapianti ha incluso 485 pazienti, dei quali 34 hanno ricevuto un trapianto nell'anno in corso.
Più recenti i progressi nel campo della donazione. Nel 2017 è stato avviato a Varese un programma sperimentale per la donazione di organi da soggetti donatori con infezione da HIV a riceventi positivi per il virus, esteso successivamente a tutta Italia con decreto del Ministero della Salute del marzo 2018, sulla base dei buoni risultati osservati.
Vai al comunicato del Centro Nazionale Trapianti
Novità nella donazione di organi a scopo di trapianto
25/08/19 18:24 Filed in: Donazione
A distanza di 20 anni è stato varato il decreto attuativo della legge 91 del 1 aprile 1999 che ha regolamentato l'attività di trapianto nel nostro Paese, istituendo fra l'altro il Centro Nazionale di Trapianto.
Il decreto dovrebbe rendere operative diverse disposizioni contenute nella legge, e non ancora applicate, fra cui la possibilità di prelevare gli organi a scopo di trapianto in assenza di un esplicito rifiuto espresso in vita dal potenziale donatore (cosiddetto silenzio/assenzo). Questa modalità operativa dovrebbe consentire di aumentare il numero di donatori disponibili, recuperando quelli di cui non si conosce la volontà e non si riesce a recuperare i congiunti in tempo utile.
Tuttavia, perchè questa procedura possa entrare in vigore nella pratica, è necessario l’adeguamento dell’Anagrafe nazionale degli assistiti (Ana) in tutte le Asl e la disciplina del sistema di notifica della richiesta di espressione della volontà sulla donazione.
Ci si augura che non si debbano aspettare molti anni prima di vederla applicata.
Vai alla notizia originale del Ministero della Salute.
Il decreto dovrebbe rendere operative diverse disposizioni contenute nella legge, e non ancora applicate, fra cui la possibilità di prelevare gli organi a scopo di trapianto in assenza di un esplicito rifiuto espresso in vita dal potenziale donatore (cosiddetto silenzio/assenzo). Questa modalità operativa dovrebbe consentire di aumentare il numero di donatori disponibili, recuperando quelli di cui non si conosce la volontà e non si riesce a recuperare i congiunti in tempo utile.
Tuttavia, perchè questa procedura possa entrare in vigore nella pratica, è necessario l’adeguamento dell’Anagrafe nazionale degli assistiti (Ana) in tutte le Asl e la disciplina del sistema di notifica della richiesta di espressione della volontà sulla donazione.
Ci si augura che non si debbano aspettare molti anni prima di vederla applicata.
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