trapianto

L'infezione da virus HIV non è più una controindicazione al trapianto

Per molto tempo si è ritenuto che i pazienti affetti da infezione da HIV non potessero ricevere un trapianto, per il rischio che la terapia immunodepressiva aggravasse l'infezione, nè tantomeno essere donatori d'organo.
I progressi della terapia anti-retrovirale hanno cambiato radicalmente il quadro ed è oramai dimostrato che queste persone possono ricevere con successo un trapianto. In Italia uno specifico programma avviato nel 2002 da Centro Nazionale Trapianti ha incluso 485 pazienti, dei quali 34 hanno ricevuto un trapianto nell'anno in corso.
Più recenti i progressi nel campo della donazione. Nel 2017 è stato avviato a Varese un programma sperimentale per la donazione di organi da soggetti donatori con infezione da HIV a riceventi positivi per il virus, esteso successivamente a tutta Italia con decreto del Ministero della Salute del marzo 2018, sulla base dei buoni risultati osservati.

Vai al comunicato del Centro Nazionale Trapianti

Novità nella donazione di organi a scopo di trapianto

A distanza di 20 anni è stato varato il decreto attuativo della legge 91 del 1 aprile 1999 che ha regolamentato l'attività di trapianto nel nostro Paese, istituendo fra l'altro il Centro Nazionale di Trapianto.
Il decreto dovrebbe rendere operative diverse disposizioni contenute nella legge, e non ancora applicate, fra cui la possibilità di prelevare gli organi a scopo di trapianto in assenza di un esplicito rifiuto espresso in vita dal potenziale donatore (cosiddetto silenzio/assenzo). Questa modalità operativa dovrebbe consentire di aumentare il numero di donatori disponibili, recuperando quelli di cui non si conosce la volontà e non si riesce a recuperare i congiunti in tempo utile.
Tuttavia, perchè questa procedura possa entrare in vigore nella pratica, è necessario l’adeguamento dell’Anagrafe nazionale degli assistiti (Ana) in tutte le Asl e la disciplina del sistema di notifica della richiesta di espressione della volontà sulla donazione.
Ci si augura che non si debbano aspettare molti anni prima di vederla applicata.

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notizia originale del Ministero della Salute.

I pazienti che hanno avuto un tumore renale possono essere trapiantati?

Nonostante i progressi degli ultimi anni in termini di diagnosi precoce e di trattamento, si verifica ancora che alcuni pazienti con tumori renali debbano subire un intervento di rimozione di entrambi i reni e pertanto, abbiano bisogno della dialisi per poter sopravvivere.
In questi casi, se si tratta di persone ancora in giovane età e senza particolari problemi clinici, si può prendere in considerazione la possibilità di effettuare un trapianto di rene.
Questo articolo, in corso di pubblicazione sul Journal of Nephrology ("
Kidney transplantation in patients with previous renal cancer: a critical appraisal of current evidence and guidelines") fa il punto sull'argomento in base alle raccomandazioni delle Linee Guida internazionali e delle conoscenze attuali.

Il 2017 è stato un anno record per l'attività di trapianto

L'anno che si è appena concluso ha registrato un nuovo record nell'attività di trapianto nel nostro Paese, con un aumento significativo dell'attività di donazione, ora di 19 donatori per milione di abitanti, superiore alla media europea e dell'attività di trapianto. In particolare, sono stati effettuati complessivamente 1934 trapianti di rene, che hanno consentito per il secondo anno consecutivo di ridurre il numero di pazienti iscritti in lista di attesa, attualmente 6492 e, di pari passo, il tempo di attesa prima dell'intervento.

Il grafico mostra l'andamento dei trapianti di rene dal 1992 ad oggi.

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Di seguito il numero di trapianti di rene effettuati nel 2017 nei diversi centri italiani.

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Catena di trapianto di rene cross-over avviata con donatore non-vivente

E' stata effettuata per la prima volta in Italia una serie di trapianti di rene incrociati a partire da un donatore non-vivente. Il programma di trapianto incrociato (cosiddetto "cross-over"), gestito e coordinato dal Centro Nazionale Trapianti, permette di superare la possibile incompatibilità fra ricevente e donatore incrociando i dati con altre coppie incompatibili. In questo caso, il rene prelevato da un donatore viene trapiantato in un ricevente compatibile diverso da quello a cui l'avrebbe donato, che riceve un rene da un altro donatore compatibile. In questa maniera è possibile realizzare comunque trapianti di rene da donatore vivente che non sarebbe stato possibile altrimenti senza lo scambio di donatori.
La novità è rappresentata dal fatto che per la prima volta in Italia la catena di trapianti è stata avviata a partire da un donatore non-vivente, una modalità che facilita la procedura rendendo più semplice realizzare concretamente i trapianti incrociati.

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